Il mare e la navigazione a vela possono divenire un’opportunità per l’integrazione sociale e la valorizzazione delle professionalità giovanili.
E’ proprio questo che abbiamo scoperto e toccato con mano e sentito col cuore, andando a conoscere l’equipaggio dei Diversamente Marinai mercoledì 1 Giugno in banchina nel Porto di Livorno proprio mentre l’equipaggio si preparava per la 151 Miglia, regata del Campionato Italiano Offshore in partenza il 2 giugno da Livorno.
Ma lasciamo spazio ai marinai.
Abbiamo incontrato Marco Marmeggi e Alessio Bernabò.
Da chi è composto l’equipaggio?
C’è Alessio che è il comandante e poi ci sono altri due ragazzi che non stanno partecipando a questa regata ma che parteciperanno alle prossime, un ragazzo con una malattia alle ossa degenerativa e quindi si muove con un po’ di difficoltà e un altro bloccato dalle ginocchia in giù, ma parliamo di una disabilità motoria parziale. Abbiamo portato dei ragazzi dell’associazione Raggiungere che avevano delle malformazioni agli arti, portiamo in giro gli autistici ad alto e basso funzionamento, facciamo campi con Legambiente e di volontariato, abbiamo un progetto per sordi molto interessante e stiamo cercando dei finanziamenti. Stiamo facendo un manuale di vela…Poi Alessio aiutami, abbiamo portato in giro un progetto di co-housing di donne normodotate che coabitano insieme a Milano, siamo reduci ora da questa esperienza molto bella, intensa e interessante e poi facciamo attività di scuola di vela tradizionale su cabinati: uno che fa base a Elba e uno a Livorno, con corsi di avviamento alla vela e di perfezionamento d’altura con weekend formativi o settimane di formazione.
Quindi vi occupate tutto l’anno di questo?
Si lavora prevalentemente nel periodo primaverile – estivo mentre d’inverno facciamo l’attività legata al territorio con uscite giornaliere o regate di circolo qui alla Lega navale o all’Elba organizzate con lo Yachting Club.
Siete un’associazione?
Siamo un’associazione ASD e siamo operativi dal 2011 e nel nostro consiglio direttivo ci sono disabili e non, il sito istituzionale è curato da un ragazzo disabile che abita a Firenze e segue tutte le attività.
Come nasce l’idea?
Dalla passione per il mare e la vela ovviamente ha fatto da collante rispetto al gruppo di persone e poi la possibilità di poter svolgere attività di formazione non da terra come in realtà stavamo facendo prima di formare l’associazione ma dall’altra parte della barricata e quindi dal mare. Da li è nato il progetto, abbiamo acquistato una prima barca con cui abbiamo lavorato qualche anno, poi la barca è stata venduta ed è stata comprata una barca più grande, ci siamo allargati, sono entrati nuovi protagonisti tra cui Alessio con la sua barca che ha messo in comodato d’uso gratuito all’associazione…l’associazione si è allargata, adesso ci sono operativi una ventina di soci che tra Livorno, Milano,Palermo, Elba lavorano con noi e ci danno una mano con l’organizzazione degli eventi e delle attività. Poi c’è Regatando, un progetto che è nato due anni fa e ha visto la luce in questa forma di partecipazione al campionato off shore quest’anno e per metterlo in piedi ci siamo rivolti sia ad enti privati che pubblici e abbiamo raccolto delle sponsorizzazioni e avuto delle partnership con la Lega Navale di Livorno, il Comitato Paraolimpico Toscana, il Comune di Portoazzurro che ci sostiene perché ci da un posto barca.
Questa è la terza regata che facciamo, abbiamo fatto la Roma per tutti, la Tre Golfi, adesso partiamo per la 151 Miglia poi dovremmo fare la Giraglia Rolex Cup e la Palermo- Montecarlo…questo è un progetto pilota ovvero una sperimentazione di qualcosa che vorremmo portare avanti negli anni futuri.
Le regate sono fatte anche con persone che non fanno parte del vostro equipaggio, che cambiano?
L’equipaggio è in formazione, per adesso siamo in 7, per adesso abbiamo raggiunto il numero maggiore però ci sono anche altre due persone disabili che aspettiamo per salire a bordo, quindi si oscilla tra le 7 e le 10 persone.
Questo progetto è una cosa particolare perché si vuol far vedere che organizzandosi, preparandosi a modo, credendoci, un equipaggio composto, e questa è la particolarità, in quasi egual misura normodotati e disabili, può partecipare anche a corsi e regate impegnative come regate d’altura di questo tipo qui e dicevamo…perché questa percentuale qui? Perché la partecipazione sporadica di disabili a bordo di barche dove l’equipaggiamento è fatto da normodotati è già stato fatto, l’idea che ci sia invece una reale integrazione, una reale divisione quasi di quote e che la cosa sia davvero credibile e ci dica si, allora, dividiamoci, l’equipaggio è formato con entrambe le forze; da qui l’idea già portata avanti un po’ di anni fa, il credere che si potesse fare anche il gradino su impegni sempre più gravosi e particolari con una buona preparazione e regate alla pari.
Quindi è qui il vostro “diversamente”, su questo modo di intenderla?
Anche, in questo momento qui, su questi campi di regata qui, già l’esserci e l’esserci a più regate non soltanto a una è un segnale, poi, se questo progetto pilota si riuscisse ad allargare a allargare l’equipaggio e sempre di più…
Oggi si è aggiunto un membro nuovo quindi se questa cosa riuscisse a crescere, significa che il senso e il messaggio viene trasmesso. Ma già in questo momento l’esserci a più regate è già un segnale e quindi noi stiamo partecipando a un percorso e fa vedere che è possibile questo percorso qui, questa direzione e questo tipo e modo di formare e creare gli equipaggi a bordo.
Infatti il progetto ci ha colpito perché è proprio diverso dalle cose fatte, più sociali e basta.
Arriva il resto dell’equipaggio…Marco e Matteo si presentano a noi e ci salutiamo ringraziando tutto l’equipaggio.
Potete seguire i Diversamente Marinai al sito: http://diversamentemarinai.it oppure su facebook: https://www.facebook.com/diversamentemarinai.official/info/?tab=overview
…Cerca la bandiera nera con il pirata issata in testa d’albero!
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